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Al via un importante partenariato tra l'ICR e il Centro di Eccellenza DTC LAZIO

Data: 20/04/2022

I tre progetti finanziati sono Artemisia, On - Tech e Bionano in legno.

Il Centro di Eccellenza DTC Lazio  ha il fine di promuovere l’aggregazione e integrazione di competenze tecnologiche applicabili alla conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio storico-artistico e culturale della regione. Il Centro è stato costituito nel 2018 per rispondere all’esigenza di coordinare e valorizzare il know-how scientifico delle università statali del Lazio e dei maggiori centri di ricerca con sede nella regione e di renderlo disponibile e a servizio della promozione, sviluppo e rilancio del tessuto imprenditoriale, nell’ottica europea della smart specialization.

Nell'ambito dell'Avviso pubblico della Regione Lazio Accordo di programma quadro "Ricerca, Innovazione Tecnologica, Reti Tematiche" (APQ6) - Stralcio "Attuazione degli interventi programmatici e dei nuovi interventi relativi al Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali" l’ICR ha risposto all’Intervento TE1 - Invito al Centro di Eccellenza a presentare progetti per la seconda fase per l'Attuazione degli interventi programmatici e dei nuovi interventi relativi al Distretto Tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali (determinazione 21 gennaio 2020, n. G00471, pubblicata in BUR Lazio n. 7 - Supplemento n. 1 del 23 gennaio 2020).

Con la Determinazione 16 giugno 2021 n. G07413, sono state approvate le graduatorie definitive delle istanze agevolabili; tra i progetti presentati, tredici utilmente collocati in graduatoria sono stati ammessi al finanziamento e il 13 ottobre 2021 è stata formalizzata la costituzione in ATS di tutti gli Enti pubblici e le Imprese coinvolte.

Dei cinque progetti presentati dall’ICR, tre sono stati ammessi al finanziamento: ARTEMISIA, ON-TECH, BIONANO IN LEGNO.
 

PROGETTO ARTEMISIA

ARTEMISIA (acronimo per ARTificial intelligence Extended-Multispectral Imaging Scanner for In-situ Artwork analysis è un progetto di Sviluppo Sperimentale per l’identificazione in-situ dei materiali pittorici attraverso una tecnologia innovativa, definita come BR-RIS (broad spectral range reflectance imaging spectroscopy). Obiettivo del progetto è il potenziamento della diagnostica di imaging attraverso l’estensione dell’intervallo spettrale di analisi e lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale, dedicati sia al riconoscimento automatico che al monitoraggio dello stato di degrado dei materiali costituenti le opere d’arte. Il prototipo che verrà sviluppato prevede la combinazione di due tecnologie: l’Imaging iperspettrale (nell’intervallo spettrale VIS-NIR) e la spettroscopia InfraRossa in Trasformata di Fourier (FT-IR) in riflessione (intervallo spettrale Medio IR). Inoltre prevede il loro potenziamento attraverso la fusione dei dati spettroscopici, l’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale e la generazione di immagini informative multilivello per la creazione di una mappa “GIS” dell’opera d’arte.

Il progetto ARTEMISIA ha come obiettivo finale la realizzazione di un tool di analisi che supporti il restauratore/conservatore nella valutazione dello stato di conservazione dell’opera e nella pianificazione degli interventi di conservazione e restauro.

Le misure con il dispositivo multispettrale verranno eseguite prima su provini campione preparati dall’ICR e costituiti da diverse tipologie di leganti, per definire il database spettrale, poi verrà eseguita una campagna di misure in situ su opere di arte contemporanea conservate presso il Museo Carlo Bilotti di Roma.

Il progetto ARTEMISIA, della durata di 18 mesi, è coordinato dalla Dottoressa Mariangela Gestelli Guidi e coinvolge i seguenti Enti:

  1. Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) capofila del progetto che partecipa con i laboratori della rete R6: Laboratorio di Luce di Sincrotrone - DAFNE Luce (INFN-Laboratori Nazionali di Frascati) ed il Laboratorio indagini scientifiche per la diagnostica per i beni culturali – DII (INFN-RM2);
  2. il Laboratorio di Ingegneria delle Materie Prime – RawMaLab del Dipartimento Ingegneria Chimica Materiali dell’Università di Roma “Sapienza";
  3. l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) (Marcella Ioele, Barbara Lavorini, Elisabetta Giani e Fabio Aramini );
  4. Vianet s.r.l. e XTeam Software Solutions srls (Imprese operanti nel Lazio).
     

PROGETTO ON TECH

Il progetto ON TECH  ha la finalità di fornire al settore del restauro un materiale innovativo e specifico per operare su monumenti che richiedono risposte ad hoc, al fine di promuovere un nuovo approccio conservativo per le strutture murarie antiche. On Tech ha l’obiettivo di produrre malte di restauro eco-friendly, non dannose per l’uomo e compatibili con le malte antiche; di proporre malte moderne con elevate prestazioni in termini di resistenza e durevolezza, con minima produzione di CO2; eseguire test sulla durabilità dei prodotti nell’ottica di minimizzare interventi di restauro successivi.

Il progetto coinvolge i seguenti Enti:

1. Il Dipartimento di Scienze della Terra e il Dipartimento di Chimica dell’Università la Sapienza;
2. l’Università degli Studi di Cassino;
3. l’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche;
4. l’Istituto Centrale per il Restauro (Lucia Conti ed Eleonora Gioventù);
5. l'impresa "Tecno Edile Toscana";
6. la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

 

PROGETTO BIONANO IN LEGNO

Il progetto ha il fine di avviare un progetto pilota di sviluppo sperimentale per valutare l’efficacia di trattamenti innovativi sostenibili basati su bionanotecnologie per il de-restauro e il restauro di manufatti lignei storico-artistici, dell’arte contemporanea e archeologici, anche subacquei. Per de-restauro si intendono le operazioni volte alla rimozione totale o parziale dei materiali di intervento applicati nell'ambito di precedenti restauri, in funzione della loro reversibilità e ritrattabilità. Nel de-restauro verranno considerati alcuni materiali fortemente impiegati in passato sul legno come il PEG (per legni archeologici sommersi), l’olio di lino e il paraloid (per i legni storico-artistici). Nel caso dei manufatti dell’arte contemporanea saranno considerati processi di delaminazione e degrado strutturale di compositi in legno. Le soluzioni proposte saranno basate sull’impiego di preparati commerciali, miscelati in maniera innovativa per giungere alla formulazione di nuovi prodotti. In particolare si è scelto di lavorare su gel di natura peptidica, anche funzionalizzati con grafene e altri nanomateriali, da utilizzare per consolidamenti del legno, oppure funzionalizzati con enzimi e batteri per il de-restauro.

Le prove saranno condotte su provini che simulano condizioni reali e su manufatti appositamente prescelti come caso pilota, nell’ambito dei beni storico artistici, dell’arte contemporanea e archeologici.

Il progetto coinvolge i seguenti Enti:

1. Università della Tuscia (DIBAF laboratorio WOODINCULT), capofila del progetto;
2. ENEA Laboratorio PROTER-OEM;
3. Università “Sapienza” Dipartimento di Chimica;
4. Istituto Centrale per il Restauro  ( Antonella Di Giovanni e Giulia Galotta);
5. l'impresa "Emmebi Diagnostica Artistica srl", Spin Off WSENSE.