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Manufatti in pelle e cuoio (area G)

Per secoli il cuoio ha svolto, nella storia delle civiltà, importanti funzioni cui oggi provvedono i materiali sintetici. La scoperta dei processi di concia, in epoche molto remote, ha consentito all’uomo di produrre un materiale plastico e resistente, dotato all’occorrenza di caratteristiche di flessibilità, impermeabilità e isolamento termico che per molto tempo lo hanno reso insostituibile. La sua lavorabilità ha consentito di conferirgli, nei modi più svariati, qualità di pregio estetico ottenute mediante un progressivo raffinamento delle tecniche di lavorazione e di connotazione delle superfici.

L’importanza storica della tecnologia del cuoio, nonché la rilevanza artistica e la consistenza numerica di numerosi fra gli oggetti giunti fino a noi hanno indotto all’istituzione, sul finire degli anni Ottanta e per iniziativa di Mara Nimmo, di un laboratorio per il restauro del manufatti in cuoio presso l’ICR. La scarsa conoscenza, in Italia, di tale categoria di beni, e l’assenza di un approccio metodologico specifico al loro restauro, evidenziava infatti  la necessità di uno studio che indagasse materiali costitutivi e processi esecutivi, nonché la messa a punto di apposite metodologie d’intervento.

Il periodo iniziale di attività del Laboratorio è stato dedicato a tale approfondimento, soprattutto per i manufatti in cuoio dorato e dipinto, principalmente tappezzerie e paliotti d’altare, diffusi in Italia tra il XVI ed il XVIII secolo ed in parte ancora collocati nelle sedi originarie. A tale fine il Laboratorio ha avviato una ricognizione sul territorio degli arredi in cuoio, a partire dall’Italia Centrale, con l’elaborazione di una scheda informatizzata per le informazioni sulle tecniche di esecuzione e sullo stato di conservazione dei manufatti.

Sono state così individuate aree di ricerca scarsamente esplorate: sono stati indagati procedimenti esecutivi poco o niente affatto noti, come ad esempio la decorazione a cimatura e il cuoio damascato; nel campo della conservazione si è affrontato lo studio del comportamento meccanico del cuoio decorato antico, con la successiva progettazione e verifica di strutture di sostegno a tensionamento automatico per arredi di ridotte dimensioni, quali paliotti, portiere, dipinti, ecc.

Nel corso degli anni gli interessi si sono ampliati ad altre tipologie di beni. Sono stati indagati i manufatti realizzati con la tecnica del ‘cuoio cotto’ e decorati mediante lavorazione plastica (armi difensive, contenitori, ecc.). È stato inoltre affrontato il complesso studio delle calzature di interesse storico, sia sotto l’aspetto della tecnologia e della documentazione che delle procedure d’intervento e di esposizione, nonché dei manufatti demoetnoantropologici con parti in cuoio.

I risultati delle attività svolte sono stati presentati in diverse sedi: articoli pubblicati sul Bollettino dell’Istituto, interventi nell’ambito delle conferenze nazionali del Gruppo Italiano dell’IIC (Interrnational Institute for Conservation) e di conferenze internazionali promosse dal Comitato per la Conservazione dell’ICOM (International Council of Museums) e, al suo interno, dal Gruppo di lavoro “Leather and related materials” di cui i restauratori del Laboratorio fanno parte.

Le conoscenze e l’esperienza acquisite sono state, a partire dal 2003, indirizzate all’organizzazione di moduli didattici teorici-pratici, rivolti a studenti della SAF dell’ICR e di altre istituzioni formative di conservazione e restauro italiane ed estere. Il personale del laboratorio ha inoltre svolto attività didattica nei cantieri del IV del PFP4 dedicati ai manufatti demoetnoantropologici (2014, 2018, 2020) ed ha fatto parte di equipes di relatori di tesi della SAF ICR.

Il laboratorio ha svolto infine attività di consulenza in Italia e all’estero.


Responsabile
Anna Valeria Jervis                                                                                                                   

Recapiti

Mail responsabile: annavaleria.jervis@cultura.gov.it

 tel. 0667236362