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Progetto MUSAS, attività in corso nel porto sommerso di Egnatia

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Data: 23/02/2018

Archeologi subacquei, tecnici e specialisti hanno dato avvio alle immersioni nel tratto di costa di Sallavetri per studiare il porto di Egnazia, sito archeologico nei pressi Fasano

Archeologi subacquei, tecnici e specialisti sono al lavoro in questi giorni nel tratto di mare antistante il Parco Archeologico di Egnazia (Fasano, in provincia di Brindisi), nell’ambito del progetto MUSAS, MUsei di Archeologia Subacquea. Tutela valorizzazione e messa in rete del Patrimonio Archeologico Subacqueo (Campania, Calabria, Puglia). Lungo una costa frastagliata e costellata di insenature naturali, in prossimità del porticciolo moderno di Savelletri, sono infatti visibili i resti sommersi -oggi a una profondità massima di 6 metri - dell’antico porto di Egnatia, città romana attraversata dalla via Traiana e sorta su di un preesistente insediamento di confine tra area messapica e peucetica.

Le strutture sommerse sono caratterizzate dalla presenza di due lunghi moli in cementizio, realizzati rispettando fedelmente i principi costruttivi delle opere marittime di questo genere, ben descritti nell’opera di Vitruvio e riconoscibili in numerosi siti coevi del Mediterraneo; le grandi pilae messe in opera entro casseforme costituiscono oggi un eccezionale motivo di attrazione tanto per gli studiosi interessati a una migliore conoscenza di queste tipologie di impianti, quanto per appassionati visitatori e turisti subacquei, che possono esplorare il sito per mezzo di semplici immersioni guidate.

I tecnici del progetto MUSAS, ideato e diretto dall’archeologa dell’ISCR Barbara Davidde, sono oggi al lavoro per migliorare la fruizione di questo suggestivo patrimonio subacqueo, grazie all’acquisizione tridimensionale delle strutture, che confluirà nel portale del Museo Virtuale dell’Archeologia Subacquea, offrendo innovative esperienze di visita virtuale in realtà aumentata, ma anche approfondimenti scientifici e possibilità di creare collegamenti con i reperti custoditi nel Museo MARE (Museo Archeologico Nazionale Giuseppe Andreassi di Egnazia).

Al tempo stesso, gli archeologi hanno intrapreso una puntuale operazione di valutazione dello stato del rischio di queste millenarie ma pur delicate architetture, così da poter garantire la massima tutela, offrendo alle autorità preposte strumenti avanzati per la programmazione degli interventi di restauro conservativo.

Le operazioni, che si svolgono grazie alla fattiva collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, del Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, del Nucleo Carabinieri subacquei di Pescara e della Capitaneria di Porto di Brindisi (Ufficio Locale Marittimo di Savelletri), proseguiranno per le prossime settimane e riprenderanno poi nei mesi a venire fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi prefissati.

Nella foto grande in alto: i tecnici dell'ISCR e i Carabinieri impegnati nelle immersioni nel Parco Archeologico di Egnazia
accanto al testo e nella photogallery: l'area del porto sommerso di Egnatia, ripresa da drone
in homepage: archeologi al lavoro tra le strutture sommerse del porto