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Nuova luce sull'icona mariana di Vescovio

Data: 21/11/2018

Grazie alle indagini diagnostiche sono emerse importanti novità sulla Madonna della Lode, pregevole icona custodita nella cattedrale del borgo sabino. Ne ha dato conto la giornata di studi che si è tenuta a Vescovio lo scorso 27 ottobre.

Con il titolo Da Forum Novum a Vescovio. Per uno stato degli studi sulla maior ecclesia Sabinensis, si è svolto lo scorso sabato 27 ottobre a Vescovio, piccolo borgo denso di storia, frazione del Comune di Torri in Sabina, un convegno dedicato agli studi e ricerche sull’antica diocesi della Vescovio foronovana, di cui è fulcro l’attuale chiesa di Santa Maria. Durante la giornata, organizzata dalla la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti in collaborazione con la Diocesi Suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, sono state presentate anche le indagini scientifiche svolte sul dipinto su tavola raffigurante la Madonna con Bambino, meglio conosciuta come Madonna della Lode.

Grazie ad una proficua collaborazione tra la Soprintendenza e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro è stato possibile acquisire una serie di dati, che permettono ora di fare nuova luce sulla vicenda storica della tavola.

L’indagine infrarossa multispettrale, infatti, ha consentito di stabilire che gli stemmi posti agli angoli inferiori, che si riferiscono al cardinale spagnolo Bernardino Carvajal – vescovo di Sabina dal 1509 al 1511 e dal 1513 al 1521 – sono stati dipinti successivamente alla stesura della cornice solidale decorata con un motivo a tralci di vite. Ciò comporta l’evidenza di una datazione dell’icona coeva al governo del cardinale-vescovo spagnolo oppure antecedente alla stessa – affidandone l’esecuzione non più tardi della seconda metà del XV secolo – come peraltro suggerivano Mariano Guardabassi nell’Indice-guida dei monumenti pagani e cristiani riguardanti l’istoria e l’arte (1872) e Dante Viviani nella descrizione della tavola all’interno della relativa scheda di catalogo (1897).

Le indagini diagnostiche hanno permesso scoprire il disegno preparatorio, realizzato a pennello con un tratto generalmente deciso – specie nel volto del Bambino, delle mani e dei piedi – mentre invece è piuttosto incerto negli occhi della Vergine il cui tratto più volte ripassato richiama il gesto tipico della mano libera.

Sotto queste aree è emersa, grazie all’indagine radiografica – condotta con la collaborazione del Centro Radiologia Centro Italia di Rieti – anche la presenza di alcuni chiodi che verosimilmente sostenevano i numerosi ex voto, che alla fine dell’Ottocento impedivano perfino la corretta lettura dell’immagine, la cui rimozione, come da indicazioni dello stesso Viviani, è stata seguita da un intervento di restauro teso a chiudere i fori e le lacune.

Le indagini sono state condotte dai funzionari conservatori-restauratori Fabio Aramini e Roberto Ciabattoni del Laboratorio di Fisica dell’ISCR in stretta collaborazione con il funzionario storico d’arte Giuseppe Cassio della Soprintendenza ABAP di Frosinone, Latina e Rieti.