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Progetto MUSAS, nuova missione nell'area di Crotone

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Data: 04/06/2019

Progetto MUSAS, MUSei di Archeologia Subacquea. Tutela valorizzazione e messa in rete del Patrimonio Archeologico Subacqueo (Campania, Calabria, Puglia). Archeologi e restauratori in acqua sui relitti del crotonese

Il Progetto MUSAS, diretto dall’archeologa Barbara Davidde, prosegue nella sua azione volta alla conoscenza, allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione, anche con le nuove tecnologie, del ricchissimo patrimonio archeologico sommerso dell’Italia meridionale. Gli archeologi subacquei Marco D’Agostino e Michele Stefanile, la diagnosta Carlotta Sacco Perasso e il restauratore Adriano Casagrande sono stati impegnati nelle acque dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, lungo le coste del crotonese, per nuove indagini su relitti e manufatti di grande interesse culturale e notevole potenziale: tra questi, un’affascinante concentrazione di cannoni in ghisa e resti metallici, a una profondità di 11 metri e a poca distanza dal litorale, traccia evidente di un naufragio di età moderna sul quale gli studiosi stanno svolgendo ora le loro ricerche di approfondimento. Nell’ambito della missione sono stati svolti anche sopralluoghi scientifici nel Museo e nel Parco Archeologico di Capo Colonna, nel Museo Archeologico di Crotone e lungo i siti costieri del territorio, per la raccolta di dati e materiali che confluiranno nel grande portale web del Progetto MUSAS, che sarà presto accessibile online (informazioni e anticipazioni sono già disponibili sulla pagina Facebook

Le attività in acqua sono state svolte con la fattiva collaborazione del Segretariato Regionale MIBAC per la Calabria, nella persona dell’archeologa subacquea Alessandra Ghelli, referente MUSAS, e con l’ausilio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone  e del Polo Museale della Calabria.

Fondamentale è stato anche il supporto dei Carabinieri Subacquei del Nucleo di Messina, che hanno partecipato attivamente a tutte le operazioni subacquee, della Capitaneria di Porto e dell'Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, oltre al prezioso coinvolgimento dell’archeologo subacqueo Salvatore Medaglia e al supporto logistico prestato da Itinera srl e Diving Made in Sub.

La campagna ha permesso anche di offrire una possibilità di formazione a due giovani archeologhe spagnole nell’ambito degli accordi di collaborazione interistituzionale tra ISCR e Universidad de Cadiz.

Nella foto in homepage: l’archeologo Marco D’Agostino impegnato nella documentazione di uno dei cannoni (foto Michele Stefanile ©ISCR-MiBAC 2019)
nella foto in alto in questa pagina: documentazione archeologica subacquea dei cannoni (foto Michele Stefanile ©ISCR-MiBAC 2019)
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l team impegnato nei lavori in acqua (©ISCR-MiBAC 2019)