• home
  • L'istituto - News

Assegnata la borsa di studio della Fondazione Paola Droghetti

Vai ai contenuti correlati

Data: 20/03/2019

Assegnata la borsa di studio della Fondazione Paola Droghetti che in questa edizione vede come opera prescelta il modello ligneo del concorso dei nuovi uffici della Camera dei Deputati (1966-67).

aggiornamento del 20 marzo 2019

La commissione di valutazione riunitasi il 19 marzo scorso ha assegnato la borsa di studio per l’a.a. 2018-2019 a Elena Zaccagnini, neolaureata SAF ISCR.
In allegato il verbale di assegnazione.

pubblicato il 25 febbraio 2019

Pubblicato il nuovo bando Droghetti

Un modello ligneo del concorso dei nuovi uffici della Camera dei Deputati (1966-67). È questo l’oggetto del nuovo bando della Fondazione Paola Droghetti onlus riservato a laureandi e laureati della Scuola di Alta Formazione dell’ISCR.

Il bando è rivolto, in questa edizione 2019, agli allievi del 64° corso del PFP 2 (Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile.  Manufatti scolpiti in legno. Arredi e strutture lignee. Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti)

Il vincitore della borsa di studio messa a disposizione della Fondazione si dovrà misurare con il restauro del Modello architettonico per progetto del nuovo palazzo per uffici della Camera dei Deputati dell’arch. Vittorio De Feo (1967), Collezione MAXXI Architettura, Roma (Inv. Mod 1).

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato al 14 marzo 2019. Ulteriori informazioni nel documento allegato e sul sito della Fondazione Paola Droghetti onlus.

L’intervento di restauro sulla maquette lignea del progetto di Feo sarà l’occasione di riportare all’attenzione il concorso, che si svolse negli anni 1966-67, per i nuovi uffici della Camera dei Deputati che avrebbero occupato lo spazio abbandonato attiguo all’edificio di Ernesto Basile. Al concorso parteciparono, altre a Vittorio De Feo, altri illustri architetti dell’epoca quali Samonà, Quaroni, Aymonino, Polesello, Grau, Portoghesi che colsero la sfida del confronto con le presistenze. I risultati del concorso, di cui restano disegni e modelli, rappresentano una grande prova dell’architettura italiana dell’epoca di dialogare con il tessuto storicizzato della città.

L’edificio non venne mai costruito e lo spazio rimasto vuoto e non qualificato (a tutt’oggi adibito a parcheggio) può essere interpretato come una sorta di “memento” di un’occasione perduta per la cultura architettonica italiana.