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Il restauro della Madonna di Tossicia in terracotta dipinta e dorata

Data: 19/03/2021

Continua il contributo dell'ICR alla ricostruzione delle opere danneggiate dai terremoti del 2009 e 2016

Nel dicembre 2020 l’ICR ha avviato il restauro della Madonna con Bambino da Tossicia, una scultura rinascimentale in terracotta proveniente dalla chiesa di Santa Sinforosa, chiamata anche Santa Maria delle Grazie, nella diocesi di Teramo Atri in Abruzzo.

La scultura è stata danneggiata dai terremoti del centro Italia del 2009 e 2016 ed è al centro di un progetto di restituzione che coinvolge ICR, Soprintendenza ABAP L’Aquila e cratere, Diocesi di Teramo-Atri, con il finanziamento della casa editrice Officina Libraria, che ha lanciato il progetto “Un libro per un restauro” nella pubblicazione “Museo Nazionale: 150 opere d’arte della storia d’Italia” del 2019.

Proseguendo l’esperienza del Presepe di Santa Maria del Ponte, della Madonna di Rocca Calascio e della Madonna di Ussita, tutte sculture in terracotta restaurate a cura dell’ICR, l’Istituto porta avanti la collaborazione con le aree dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e 2016-17, con l’obiettivo di unire sperimentazione conservativa e contributo alla ricostruzione, materiale e morale dell’identità delle comunità ferite anche dalla perdita di beni culturali di riferimento.

Il gruppo di lavoro è costituito da: Francesca Valentini: direzione dei Lavori, aspetti storico artistici; Elisabeth Huber: direzione operativa; Francesca Capanna, Francesca Angelo, Adriano Casagrande, Elisabeth Huber: restauro; Edoardo Loliva: documentazione fotografica; Lucia Conti: indagini mineralogiche e petrografiche; Giancarlo Sidoti: indagini chimiche; Michela Botticelli: supporto alle indagini scientifiche.

Divisa in più blocchi già in fase di creazione, l’opera presenta un biscotto ceramico estremamente friabile dovuto ad una cottura imperfetta, a temperatura troppo bassa, da sempre soggetto a fessurazioni, ed in modo particolare a seguito delle sollecitazioni dei terremoti del 2009 e 2016. Conservata nel deposito allestito provvisoriamente presso il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata (Isola del Gran Sasso) dopo la rimozione dalla chiesa di Santa Sinforosa nel 2017, la statua è oggi in condizioni gravemente frammentarie e richiede un paziente lavoro di consolidamento e ricomposizione strutturale. Le mani lignee della Madre sono oggetto di un intervento conservativo a cura del corso PFP 2 della SAF di Matera, seguito da Francesca Spagnoli.

La ricerca storica, con il prezioso supporto della Soprintendenza dell’Aquila e della diocesi di Teramo Atri, è volta a ricostruire la collocazione originaria della statua all’interno della chiesa, per determinare quali vicende conservative (spostamenti, adattamenti, interventi di manutenzione devozionale) abbiano modificato l’aspetto e la struttura della Madonna. Inoltre è allo studio l’attribuzione a Silvestro dell’Aquila o alla sua bottega, a cura dello storico dell’arte Saverio Ricci, attraverso confronti con opere coeve e della limitrofa area geografica.

Indagini scientifiche sono in corso per definire i pigmenti e i leganti presenti, attraverso stratigrafie e foto UV, e all’interno della statua del Bambino è stata effettuata una ricognizione in endoscopia, che ha permesso di definire che la statua è stata realizzata senza soluzione di continuità fra testa e corpo, con le braccia e le gambe piene, cotta presumibilmente alle medesime basse temperature della Madonna.

Al termine del lavoro di ricomposizione strutturale e di restituzione estetica, ancora in fieri, la ricerca si sposterà sulla elaborazione di un sistema di supporto per l’opera, oggi priva di sostegno, che sia adeguato alla sua ricollocazione in zona sismica, auspicabilmente nella chiesa di provenienza.