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I frammenti dell'affresco absidale di San Pietro, Tuscania

analisi storico-critica

Il parziale crollo dell’abside nel terremoto del 1971 ha privato il dipinto del suo soggetto principale: l’Ascensione di Cristo fra angeli. Il Cristo, grandeggiante, si levava in cielo sostenendo nella mano destra il globo terracqueo e reggendo il libro della legge nell’altra. Rimasero fortunatamente quasi integri nella parte inferiore dell’abside gli apostoli dialoganti, disposti in quattro gruppi di tre secondo l’iconografia bizantina, i dipinti dell’arco trionfale con i simboli degli Evangelisti e i Seniori dell’Apocalisse con le mani velate, divisi in due gruppi.

La memoria della figura imponente del Cristo è oggi affidata esclusivamente alle immagini. Fortunatamente cospicua, la documentazione fotografica disponibile comprende riprese generali e di dettaglio dell’abside scattate a più riprese a partire dal 1925 (campagna Iccd). La ricerca di questo materiale è stato un’importante punto di forza dell’attuale progetto considerando che costituisce un supporto indispensabile per la ricomposizione dei frammenti, per la loro localizzazione e per la loro presentazione. In particolare le campagne di Max Hirmer del 1968 e di Max Hutzel del 1969 sono di estremo interesse in quanto complete e soprattutto in quanto scattate di poco anteriormente al sisma. In generale, dal momento che prima degli anni settanta l’impiego di fotografie a colori non era molto diffuso nell’ambito della documentazione del patrimonio culturale, si tratta per lo più di foto in bianco e nero. Fanno eccezione una foto pubblicata su una rivista subito dopo il terremoto e ritagliata da un cittadino di Tuscania, alcuni scatti di Max Hirmer (1968) realizzati in occasione del volume di Otto Demus sulla pittura murale romanica, nonché i pochi fotogrammi e le foto di scena tratti dal film di Franco Zeffirelli “Romeo e Giulietta” dello stesso anno.