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Le vetrate della cappella della Maddalena, Assisi

intervento di restauro

Intervento di restauro in laboratorio

I 24 pannelli figurati che compongono la quadrifora sono stati rimossi dal vano della finestra per poter intervenire presso i laboratori di restauro  dove sono stati numerati, fotografati e documentati graficamente in formato digitale.
Sono state svincolate le strutture di sostegno e le relative legature per procedere ad una preliminare spolveratura delle superfici interne ed esterne.
Per ripristinare la tessitura originale del reticolo di piombo si è proceduto alla rimozione delle riparazioni aggiunte in precedenti interventi di restauro che disturbavano la lettura dell’opera.
Tutte le superfici sono state pulite chimicamente e rifinite con mezzi meccanici recuperando, nella maggior parte dei casi, una buona trasparenza. Fanno eccezione le porzioni inferiori dei pannelli posizionati sul piano di imposta i quali sono interessati da fenomeni di degrado irreversibile. Successivamente sono state predisposte le tessere per le fasi di incollaggio, talvolta tagliando il reticolo del piombo per consentire la corretta posizione dei frammenti. rima di procedere all’incollaggio con resina epossidica fluida, i frammenti di vetro sono stati temporaneamente fissati con nastro adesivo o piccoli magneti.
Le tessere lacunose sono state integrate con resina epossidica fluida opportunamente colorata in massa. Dopo aver rinforzato il reticolo mediante saldature dei giunti aperti è stata eseguita, in maniera puntuale, la stuccatura dei pannelli sulla loro faccia esterna.
Al termine dell’intervento conservativo, è stato valutato l’impatto visivo delle lacune della grisaglia e si è concordato sulla necessità di effettuare delle integrazioni pittoriche. Queste sono localizzate in corrispondenza sia di integrazioni in resina che di perdite di grisaglia su vetro originale. Il ritocco è reso perfettamente riconoscibile dal metodo di applicazione a puntinato.
Oltre alle lacune della grisaglia, anche varie tessere sostituite in precedenti interventi di restauro risultavano eccessivamente trasparenti alla luce e sono state quindi patinate utilizzando i colori da ritocco, non con la tecnica a puntinato ma per velature successive.
Infine si è scelto di sostituire le vecchie strutture di rinforzo dei pannelli, eccessivamente pesanti e corrose, con nuovi telai in acciaio inossidabile che seguono le linee principali del profilato di piombo senza interferire nella lettura delle scene figurate, realizzati dallo Studio Forme snc., Roma.

 

Intervento di restauro in situ

Per intervenire sulle vetrate è stato necessario il montaggio di un ponteggio interno e di un suo complanare esterno che permettessero la rimozione delle reti anti-urto e lo smontaggio delle controvetrate.
I pannelli figurati, rimossi per intervenire in laboratorio, erano poggiati su barre metalliche a T vincolate alla muratura, sigillati con malta.
Si è proceduto dal basso verso l’alto, estraendoli dal ponteggio esterno, dove sono stati numerati ed imballati in casse lignee appositamente realizzate per il trasporto a Roma. In sostituzione dei pannelli, nell’intervento pilota del 2008 sono state inserite riproduzioni fotografiche stampate su plexiglas (Gescom SpA.,Viterbo), mentre nel restauro recente si è optato per più economiche lastre di policarbonato incolori.
In concomitanza con il riposizionamento dei pannelli restaurati è stato possibile completare l’intervento sull’apparato vetrario della Cappella, composto da rosone, quadrilobi, tondi e vele.
Tale intervento è stato svolto in situ, in quanto le condizioni conservative dell’opera non necessitavano la rimozione di parti di piombo, né integrazioni o sostituzioni del vetro.
Inoltre, la quasi la totalità del rosone è originale e solo alcune parti erano state oggetto di interventi precedenti. Il suo restauro è stato svolto contestualmente su entrambe le superfici dei pannelli, con le stesse direttive e modalità già attuate nel restauro delle quattro luci sottostanti. Contemporaneamente al restauro del rosone sono stati trattati gli elementi di sostegno in ferro mediante spazzolatura e applicazione di inibitori di corrosione.
Si è poi proceduto al rimontaggio dei pannelli figurati, progressivamente dall’alto verso il basso, e alla stuccatura lungo i margini della cornice lapidea inserendovi sezioni di rete per favorire un’adeguata circolazione d’aria tra la basilica e le intercapedini.
Le controvetrate infatti sono sigillate con silicone alla cornice lapidea al fine di impedire lo scambio di aria con l’ambiente esterno.
A conclusione del restauro della quarta luce, a dicembre del 2008, sono stati posizionati dei rilevatori dei parametri microclimatici con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle controvetrate. Dopo oltre un anno di misurazioni è stato possibile affermare che il microclima dell’intercapedine non è pericoloso per le vetrate e non si verificano fenomeni di condensazione sulla superficie dei vetri antichi, quindi la protezione esterna svolge a pieno la sua funzione.