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Rotella da parata in cuoio. Museo Bagatti-Valsecchi, Milano

analisi storico-critica

Una visione tradizionale tende a collocare,  senza un oggettivo riscontro testuale, la maggior parte delle rotelle in cuoio sbalzato in ambito lombardo o fiorentino e a datarle - sulla base di raffronti stilistici e iconografici con la più indagata e quindi nota produzione di armi in metallo - entro un arco cronologico che va dagli anni venti fino agli anni settanta del XVI sec.

Nella scheda di catalogo del Museo Bagatti-Valsecchi dedicata alla rotella da parata,  lo storico dell’arte e studioso delle arti del cuoio  Alessandro della Latta evidenzia la scarsità dei riferimenti documentali per risalire ai centri e alle officine di produzione di questa tipologia di manufatti, e ad una loro più precisa datazione. E’ solo sulla base di semplici riscontri formali, fondati sull’arrangiamento delle  scene figurate e sulla partitura decorativa  a racemi vegetali, che è possibile stabilire una qualche relazione con  altri esemplari - quali ad es. la rotella dell’Armeria Reale di Torino con Bellerofonte e Pegaso in atto di domare la Chimera e quella del Museo del Bargello con Perseo in atto di liberare Andromeda – la cui datazione è stata circoscritta tra il 1550 e il 1570.