• home
  • Restauri - - Arpa Zande, Muciv, Roma

Arpa Zande (Zaire), Muciv, Roma, n. inv. 76015

Analisi storico–artistica e tecniche esecutive

Il manufatto è un’arpa (kundi) della popolazione Zande (Zaire - attuale Repubblica Democratica del Congo) e risale all’inizio del XX secolo (ante 1906); attualmente fa parte della collezione museale del Muciv, Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”. L’oggetto è composto da una cassa di risonanza in legno, rivestita in pergamena, ottenuta da una pelle rasata, e da un manico in legno ricurvo. La sommità dei quest’ultimo presenta una testa antropomorfa maschile scolpita e decorata ad incisione con una punta arroventata per la definizione di dettagli quali capelli, sopracciglia, naso e bocca, e cinque fori anch’essi rifiniti probabilmente a caldo per l’incastro delle chiavi, che sono tutte diverse per forma e grandezza. Alla cassa di risonanza sono vincolate le corde (costituite da singole fibre vegetali) passanti entro fori praticati sia nella pergamena, che in un’asticella di legno ad essa sottostante, la quale attraversa la cassa longitudinalmente, e bloccati tramite nodi e cilindretti lignei. Le corde sono avvolte, all’altra estremità, sulle chiavi. Il rivestimento in pergamena presenta delle cuciture realizzate con una cordicella a due capi con torsione a Z. La cassa di risonanza ed il manico sono vincolate tra loro tramite un incastro maschio-femmina di forma conica e la giunzione tra le due parti è rivestita da una porzione di pergamena cucita con il medesimo filo del dorso della cassa.

 

Stato di conservazione e interventi precedenti

Il manufatto presentava un consistente strato di depositi incoerenti superficiali che offuscavano la cromia originale; al di sotto erano presenti anche depositi coerenti di origine grassa. Il deterioramento maggiore interessava le corde: alcune erano piegate ed indebolite in più punti ed una spezzata; tale situazione era molto marcata in prossimità delle chiavi, dove si è verificato il maggiore stress meccanico. Le corde erano inoltre montate in modo incongruo, determinando l’incrocio delle une con le altre. La difformità di grandezza e forma delle chiavi è probabilmente imputabile alla non pertinenza delle stesse all’arpa oggetto dell’intervento; due di esse erano inoltre spezzate. La pergamena presentava delle lacune e delle macchie, dovute ad una rasatura della pelle effettuata in maniera grossolana. Diffusamente l’oggetto era interessato da abrasioni.

 

Intervento di restauro

L’arpa è stata inizialmente smontata, previa documentazione, al fine di svincolare gli elementi, separando le corde, il manico e la cassa, ed è stata eseguita la rimozione dei depositi superficiali incoerenti. Trattandosi di un manufatto polimaterico sono state effettuate diverse prove di pulitura di tipo chimico al fine di eliminare lo strato di depositi grassi coerenti, valutando modalità di applicazione e tempi di contatto. Il manico è stato incastrato nella sua sede originale interponendo un sottile strato di materiale ammortizzante, allo scopo di aumentare lo spessore ed ottenere maggior attrito per rendere saldo l’inserimento di tale elemento. Le chiavi sono state invece opportunamente integrate ed il risarcimento delle lacune ha previsto anche una fase di equilibratura cromatica.  Avendo riscontrato nelle corde diversi punti di fragilità, è stato eseguito un attento lavoro di rinforzo con segmenti di filo sintetico inerte e lo stesso è stato avvolto, per evitare nodi, alle chiavi, per non causare stress meccanico al materiale costitutivo. Infine è stato predisposto un supporto per garantire la manipolazione in sicurezza del manufatto.

Vedi la scheda di presentazione del cantiere didattico 2018 presso il Museo Preistorico Etnografico “L. Pigorini”, Muciv di Roma