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Torna a Palazzo Lanfranchi un capolavoro del Secolo d'Oro dell'arte olandese

Data: 21/07/2023

La tavola "Clorinda salva Olindo e Sofronia dal rogo" è stata oggetto di una tesi di laurea SAF

Il giorno 11 luglio 2023 è stato restituito al Museo Nazionale di Matera, nella sede di Palazzo Lanfranchi, il dipinto su tavola raffigurante Clorinda salva Olindo e Sofronia dal rogo, piccolo capolavoro del “Secolo d’Oro” dell’arte olandese. È giunto infatti a conclusione lo studio scientifico e l’intervento conservativo dell’opera, argomento della tesi di laurea di Sandro Galati, allievo della SAF dell’Istituto Centrale del Restauro.

L’intervento di restauro e le indagini analitiche, condotte nei laboratori dell’ICR di Matera, hanno consentito di assicurare una migliore conservazione dell’opera grazie ad un intervento sperimentale condotto sul supporto ligneo e di potenziare la lettura di un testo significativo della grande stagione artistica del Seicento olandese: è stato possibile così confermare l’alta qualità pittorica del dipinto, da ricondurre al maestro paesaggista Cornelis van Poelenburg (Utrecht, 1590 ca. – 1667).

L'opera comparve nell’elenco della quadreria di Camillo d’Errico come di “Giovanni Van-der-Lys” ovvero Jan van der Lijs, artista olandese, di cui si hanno poche notizie e quasi del tutto ignoto. Dalle fonti emerge che si trovasse tra gli allievi di Cornelis van Poelenburgh, a cui per la prima volta riferisce il dipinto Matteo Lanfranconi, confrontandolo con il rame di soggetto uguale conservato alla National Gallery of Canada.
L’episodio, tratto dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, è ambientato dall’artista in Campidoglio, come indicato dalla presenza della cordonata di Michelangelo e dalle statue dei Dioscuri. Sul dipinto della collezione d’Errico, Tania De Nile sottolinea come «le figurine appena abbozzate, in pose leggermente variate rispetto al rame del maestro, e soprattutto i segni di matita chiaramente visibili al di sotto della quinta architettonica lasciano ipotizzare che si tratti di uno studio/copia dall’originale» realizzato nell’ambito della bottega di Cornelis van Poelenburgh.
Il nuovo restauro, invece, protenderebbe verso un’attribuzione più certa a quest’ultimo proprio per la presenza di ripensamenti nel disegno sottostante, che escluderebbero l’idea di una copia di bottega.

Il dipinto è stato individuato come oggetto di tesi soprattutto per le sue peculiari condizioni conservative: evidenziava infatti aspetti di criticità sia relativamente al supporto ligneo, attraversato nella parte centrale da due profonde fessurazioni, sia riguardo gli strati pittorici, la cui lettura era ostacolata e compromessa da depositi e vernici di restauro cromaticamente alterate.
Le varie fasi del complesso restauro sono state costantemente condivise con il Museo di Matera, attraverso un aggiornamento e un confronto continui sull’impegnativo lavoro in corso, mettendo in atto una fruttuosa cooperazione tra le due istituzioni.
Il sistema meccanico sperimentale messo a punto per ristabilire la corretta planarità delle assi sconnesse della tavola rappresenta un contributo innovativo nel campo della conservazione e restauro dei supporti lignei, concorrendo ad indirizzare il settore disciplinare verso un approccio sempre più rigoroso e scientifico.

 

Gruppo di lavoro

Relatori:

Federica Di Cosimo, restauratore ICR (coordinatore);

Tullia Carratù, storica dell’arte ICR (aspetti storico artistici);

Angelo Raffaele Rubino, Claudio Santangelo, laboratorio di rilievo e documentazione 3D ICR (aspetti della documentazione).

Altri relatori:

Paola Minoja, restauratore professionista esterna;

Roberto Saccuman, restauratore professionista esterno (aspetti tecnici di restauro);

Elisa Messina, storico dell’arte del Museo Nazionale di Matera (tutor);

Roberto Ciabattoni, laboratorio di fisica e controlli ambientali ICR;

Federica Antonelli, biologa, professionista esterna;

Davide Melica, geologo, professionista esterno (aspetti scientifici).

Scarica il comunicato stampa congiunto dell'ICR e del Museo Nazionale di Matera

Nella foto di testata: fessurazioni del dipinto che pregiudicano la leggibilità della scena rappresentata.