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Progetto Restaurare sott'acqua

Data: 28/10/2014

Il progetto di ricerca Restaurare sott’acqua, che si ispira ai principi ribaditi dalla Convenzione Unesco di Parigi 2001 (www.unesco.it), nasce nel 2001 con lo scopo di studiare e sperimentare strumenti, materiali, metodologie e tecniche per il restauro e la conservazione in situ di manufatti antichi sommersi. In quell’anno si svolse il primo cantiere sperimentale a Torre Astura (Nettuno), dove si lavorò al restauro di tre vasche della peschiera della villa romana. Qui furono messi a punto i procedimenti e vagliati i materiali che furono impiegati con successo anche negli anni seguenti. Dal 2003 la sperimentazione è stata spostata al sito archeologico sommerso di Baia, dove, nel corso degli anni, è stato effettuato il restauro di vari ambienti di edifici presenti sui fondali dell’area marina protetta: la Villa con ingresso a protiro, la Villa dei Pisoni, un settore della via Herculanea, l’Edificio con cortile porticato presso Portus Iulius, un settore delle terme presso Punta dell’Epitaffio.

Le esperienze maturate hanno portato allo studio e alla realizzazione di un sistema di schedatura, denominato SAMAS “Schedatura Analitica Manufatti Archeologici Sommersi” e SAMAS Bio, basato su una scheda per uso subacqueo di rapida e intuitiva compilazione, ispirata al lessico e ai criteri della Carta del Rischio del Patrimonio (www.cartadelrischio.it).  I dati raccolti in ogni campagna di restauro e di documentazione confluiscono nel GIS  “Baia Sommersa”.

 Nel corso degli anni la sperimentazione ha interessato anche tre siti archeologici, con caratteristiche molto diverse, selezionati anche per sperimentare le possibilità di valorizzazione e musealizzazione in situ di siti non inseriti in Aree Marine Protette. Si tratta del carico di sarcofagi di una nave di età imperiale romana, presso San Pietro in Bevagna (Manduria-Taranto), dei cannoni di ghisa del relitto di Cala Spalmatore a Marettimo (Trapani), rinvenuti su un fondale di circa 15 metri e datati al XVII-XVIII secolo e del relitto di una barca da pesca tradizionale dell’inizio del XX secolo, naufragata con il suo carico di mattoni davanti all’isola Martana (lago di Bolsena).

Nell’ambito del progetto Restaurare sott’acqua, inoltre, la sezione di Biologia Marina del Laboratorio di indagini biologiche dell’ISCR ha avviato uno studio sul degrado dei manufatti lapidei esposti in ambiente marino. La ricerca prende in esame i fenomeni di bioerosione cui sono sottoposte le strutture architettoniche e i manufatti lapidei conservati in situ, e si occupa della caratterizzazione delle forme di degrado biologico presenti su statue e su frammenti architettonici, rinvenuti in mare.

Per i dettagli sui lavori si rimanda alla sezione “Restauri” del sito, mentre di seguito si forniscono alcune brevi schede dei materiali impiegati e degli strumenti ideati per il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso.

Il Progetto Restaurare sott’acqua è stato ideato e diretto dal 2001 al 2010 da Roberto Petriaggi, già direttore del NIAS-ISCR.

Nella foto in questa pagina: Baia (NA), Villa con ingresso a protiro; iniezione della malta con l'ausilio di una sacca in tela idrorepellente (copyright ISCR)

Visita la pagina relativa alla bibliografia del NIAS

Aggiornamento del 23/05/2021: concluso il lavoro di restauro di un ambiente pavimentato con mosaico policromo del Parco Sommerso di Baia (per vedere il video pubblicato sul nostro canale you tube clicca qui). I lavori di restauro sono diretti dall'archeologa Barbara Davidde, allora Direttore del Nias e oggi Soprintendente Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo. Le fasi del lavoro e gli interventi sono condivisi con il Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano. Per l’ICR partecipano: il restauratore Adriano Casagrande e i funzionari diagnosti Marco Ciabattoni e Gianfranco Priori, la tesista della SAF-ICR, Rebecca Picca. Roberto Petriaggi, già direttore del NIAS-ICR, è consulente scientifico.
Incaricati dall’ICR sono: per il restauro, l’impresa CSR Restauro di Riccardo Mancinelli; per la documentazione archeologica, Salvatore Medaglia; per la documentazione grafica, Filomena Lucci; per la documentazione 3D e per le indagini strumentali, Gabriele Gomez de Ayala.L’assistenza logistica alle immersioni è assicurata da Centro Sub Campi Flegrei.Si ringraziano il Nucleo Carabinieri Subacquei di Napoli e la Capitaneria di Porto di Baia.​

Committente

Istituto  Centrale per il Restauro  (ICR), Ministero della Cultura

Collaborazioni Istituzionali

Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria Meridionale
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
Soprintendenza del Mare Regione Siciliana
Dipartimento ICMA, Università Sapienza di Roma
Ufficio Tecnico Territoriale Armi e Missilistica di Nettuno

Collaborazioni Esterne

Mario Bloise
Centro Subacqueo Ulisse
Consorzio Kavaklik Restauro
C.S.R. Restauro Beni Culturali S.a.s di Riccardo Mancinelli
Gabriele Gomez De Ayala
Fluimac S.r.l.
Itinera S.r.l.
Filomena Lucci
Menci Software S.r.l.
Officine Maccaferri S.p.A.
Jacopo Russo
Sea Point Centro Subacqueo

Studenti

Scuola di Alta Formazione dell’ICR Domiziana Colonnello; allievi del Corso di Archeologia Subacquea dell’Università degli Studi Roma Tre: Julien Dez, Marco Mercatello, Daniele Metalli, Emilie Omnes, Ana M. Sanchez Gomez, Anna Subirats Villar, Giorgia Turchetti, Kalliope Schistocheili e Ilaria Harrach